Teresa : L’Attesa di un Grazie Immenso
Nel silenzio dell'aula e nel fragore del mondo,
c'è una luce che brilla, un faro profondo.
Non è solo sapere, né mera istruzione,
ma un'arte sottile, pura dedizione.
La sua voce è un'eco che insegna e consola,
parole precise, saggezza che invola.
Ogni sillaba un ponte, ogni frase un sentiero,
che guida, che plasma, che apre un pensiero.
Ha lo sguardo attento di chi sa ascoltare,
senza fretta, senza orpelli da ostentare.
Perché il cuore che insegna non impone, non grida,
ma semina sogni, dà forma alla vita.
E quando il giorno si chiude stanco e affranto,
quando il dubbio la sfiora con il suo canto,
lei non vacilla, né cede al tormento,
trova la forza nel suo stesso talento.
Il talento di chi non cerca clamore,
di chi nutre il sapere con dolce fervore,
di chi soffre in silenzio, senza mostrarlo,
ma dentro di sé continua a sperarlo.
Sperare che il mondo possa capire,
che il dono più alto è saper istruire,
che il sapere è un fuoco che accende e riscalda,
che cresce, che illumina, che mai si smalda.
E quando il sorriso si spegne un istante,
quando il peso del mondo si fa travolgente,
io vorrei cancellare ogni affanno, ogni pena,
e restituirle la gioia serena.
Perché merita il sole dopo la tempesta,
merita sogni, speranza e festa.
Merita occhi che brillano e cuori sinceri,
merita il grazie che spesso è sommerso e leggero.
Ma che oggi diventa forte, vibrante,
un inno di stima, chiaro e raggiante.
Perché essere maestra è molto di più,
è dare la vita, è farsi virtù.
E nel tempo donato senza alcun tornaconto,
nel gesto paziente, nell’ascolto profondo,
c’è un valore raro, un bene prezioso,
un dono silenzioso, puro e virtuoso.
Lei che si ferma, che ascolta davvero,
che coglie il peso nascosto nel pensiero.
Non ha fretta di parlare, di giudicare,
prima comprende, poi sa consigliare.
E i suoi consigli non sono parole leggere,
non sono vuoti, né facili da dire.
Sono saggezza di chi ha vissuto,
di chi ha sofferto, ma mai ha ceduto.
Quante volte il mondo si volta dall’altra parte,
quante volte il cuore resta in disparte.
Ma lei no, lei resta, ascolta, capisce,
con pazienza infinita e mente che incide.
A lei vorrei dire, senza esitazione,
grazie per il tempo, per ogni attenzione.
Per il tempo “perso”, che perso non è,
ma un dono immenso, che resta con me.
Per ogni parola, per ogni consiglio,
per ogni sguardo, per ogni appiglio.
Per la forza che infonde senza rumore,
perché chi illumina lo fa con il cuore.
E se il mondo non vede, se spesso non sa,
io so, io vedo, io sento e vivrò con gratà.
Perché chi educa, chi dona e chi spera,
è un faro che illumina, sempre e sincera.
E così attendo, con cuore sincero,
il giorno in cui, libero e vero,
potrò dire senza timore o misura
quanto la sua presenza sia stata sicura.
Aspetto il momento in cui senza ritegno
potrò svelare l'ammirazione che tengo,
senza il timore che la distanza imponga,
senza il freno che il ruolo confonda.
Perché oggi difendo nel silenzio discreto,
nel non rispondere a chi parla a sproposito e a caso,
perché so che ogni parola scagliata nel vento
può ferire più forte di un duro lamento.
Ma un giorno verrà, e allora potrò
dare voce a ogni gratitudine che ho.
Potrò dire che dietro ogni lezione impartita
c’era passione, c’era vita vissuta.
Che dietro ai consigli, ai rimproveri giusti,
c’era l’amore di chi guida i più piccoli passi.
Che il tempo donato non è stato mai perso,
ma un seme piantato nel terreno più terso.
E quel giorno non sarà più mia maestra,
non sarà più guida di mio figlio in questa impresa,
ma sarà sempre, in cuore e memoria,
un esempio, un faro, un nome nella storia.
E allora, senza più barriere o ruoli,
potrò dirle con tutta l’anima e i colori:
grazie per tutto, per ogni momento,
per ogni insegnamento, per ogni talento.
Grazie per ciò che ha dato e che dà,
per ciò che è, per la sua verità.
E quando quel giorno finalmente verrà,
spero che il suo sorriso sia vero e sarà.